Azione
1° novembre 2019
Torino, Artissima 2019
con: Arianna Desideri, Jacopo Natoli.

All’attenzione del Consiglio Superiore Interspecie del Centro di Ricerca e Studio per la Salvaguardia delle Specie a Rischio di Estinzione.

Oggetto: Report informale Artissima 2019.

Splendenti Aves,
Conclusasi l’esplorazione nell’oasi Artissima, riportiamo qui di seguito, in sintesi, la nostra esperienza. Per il Gallery Compass e il relativo commento all’ipotesi di ricerca (le gallerie sono in via d’estinzione?), si veda ALLEGATO 1 a piè pagina.

La prima fase dell’esplorazione ci ha visto piuttosto spaesati. Ricordate quella volta che Aves XLIV rimase intrappolato nella serra e cominciò a sbattere, come impazzito, contro il vetro? Ecco, immaginate la stessa gabbia ma mille volte più grande! La flora era eterogenea, la fauna abbastanza compatta. Zompettavamo tra i rigidi reticoli studiando tattiche e strategie per approcciare i galleristi. Riconoscerli non è facile! Inoltre: avrebbero mai potuto comprendere il fine del nostro studio? Si sarebbero sentiti minacciati?

Dunque, nella griglia-labirinto, ci siamo aggirati in cerca dei primi campioni. Ero a tratti intimorita dagli sguardi degli umanoidi. Il mio collega Uccello B, come sapete, non sa cinguettare, né parla lingua umana, figuriamoci quella dei galleristi! Il suo ruolo si è limitato a: comunicazioni scritte, registrazioni ambientali, appunti, disegni, note a margine. Ciononostante, alcuni significativi contatti si sono realizzati con i cuccioli della specie umana (e canide).

Dopo un accertamento dell’Istituzione sull’indagine in corso, ci è stato permesso di proseguire. La maggior parte dei galleristi ci ha accolto dapprima ridendo della nostra ipotesi, accogliendo però poi il test sottoposto con rigore e serietà. Per completezza di dati, è necessario riportare che alcuni, invece, si sono dimostrati imbarazzati, disinteressati, talvolta respingenti. Da segnalare, inoltre, che molti hanno verbalmente concordato con la nostra ipotesi di ricerca: anche loro sono in allerta.

Abbiamo dunque raccolto: un campione di 30 test; la completa registrazione audio dell’esplorazione; un reportage fotografico di luoghi e caratteri fisiognomici; alcune provette con materiali organici.

Questa missiva rappresenta in estrema sintesi l’avventura. Per un più dettagliato rapporto, rimandiamo ai diari, nonché alla deposizione che avverrà al nostro ritorno nelle sedi predisposte. Cogliamo l’occasione per ringraziarvi della missione, che ci ha dato l’occasione per osservare e comunicare con questa strana specie che ci ripromettiamo di studiare, proteggere e preservare.

Distinti cip,
Uccella A e Uccello B

ALLEGATO 1.

Il Gallery Compass prende a prestito il modello del Political Compass, già rielaborato dai Clusterduck. Esso si muove su quattro categorie antinomiche, nel nostro caso: commercio e cultura, innovazione e tradizione. I quadranti rappresentano quattro atteggiamenti risultanti dall’incrocio dei binomi: tradizione-commercio (antiquario), commercio-innovazione (galleria), tradizione-cultura (museo), cultura-innovazione (spazio no-profit).
Il test è stato eseguito dai galleristi. I dati raccolti mettono in luce, dunque, come essi percepiscono la loro funzione.

Dall’analisi di un campione di 30 gallerie, emerge che:

12,50% quadrante ANTIQUARIO
43,75% quadrante GALLERIA
25% quadrante SPAZIO NO-PROFIT
18,75% quadrante MUSEO

L’andamento generale evidenzia una concentrazione nella zona centrale del Compass. Questo significa che non vi sono atteggiamenti eccessivamente polarizzati verso le quattro categorie. La percentuale maggiore evidenzia che i campioni analizzati si posizionano verso l’innovazione, a volte verso il commercio, altre verso la cultura, identificandosi quindi o nel modello della galleria o in quello dello spazio no-profit. Tuttavia, è da segnalare che il 56,25% si pone fuori dal quadrante “galleria”. Inoltre, quasi un gallerista su tre si definisce o come “antiquario” o come “museo”.

Le gallerie sono dunque in via di estinzione?

I dati da noi raccolti, sicuramente ancora parziali e circostanziati, ci danno se non un allarme, almeno un avvertimento. Certo è che i galleristi non percepiscono più la loro attività nei limiti del paradigma classico, cercando di rimodellare la propria funzione.

Cosa ne sarà di loro?

Foto di: Andreea Nedelcu, Silvia Raffaelli, Piergiorgio Mariconti.
Ringraziamo gli Aves, Paola Manfredi e lo staff di Artissima, tutti i galleristi che hanno contribuito allo svolgersi dell’indagine.

Lo studio continua:
FAIRWATCHING 2

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