Deriva fluviale
29 Agosto 2019
Firenze, rive dell’Arno
con: Alessio Bertini, Arianna Desideri, Giovanna Mannucci, Martino Margheri, Lorenzo Martinoia, Silvia Mirabelli, Jacopo Natoli, Andreea Nedelcu, Luna Sarti

PERCORSO
Partendo da piazzale delle Cascine, l’esplorazione ha interessato le rive dell’Arno (in direzione da valle a monte verso est) fino a terminare nei pressi di ponte S. Niccolò. Camminando ai margini del fiume, l’attraversamento ha evidenziato un veloce susseguirsi di ambiances in un tratto compresso (di circa 5 km), dalle zone più periferiche – dove le piante si affastellano sugli argini – ai segmenti centrali più battuti dalle rotte turistiche – dove il corso d’acqua è vissuto piuttosto come “sfondo”.

AZIONI E MOMENTI STORICO-CRITICI
Il percorso è stato cadenzato da quattro parentesi di sosta: sotto il Ponte delle Cascine, sulla Pescaia di Santa Rosa, all’angolo tra via dei Bardi e piazza di Santa Maria Soprarno di fronte alla sponda della Società Canottieri di Firenze, ed infine al Terzo Giardino in Riva d’Arno sotto Lungarno Serristori. In questi punti, sono innescate azioni collettive, proposte riflessioni di stampo storico-critico sul complesso rapporto tra l’Arno e Firenze e ridisegnate cartografie dell’area secondo percezioni individuali.


RITUALE
Composizione ritmico-corporea, saluto all’Arno
La prima pausa, sotto il ponte della Vittoria, è stata una performance collettiva che ha integrato alcune pratiche del metodo di Arteterapia LACERVA. L’azione ha attivato un contatto corporeo ed espressivo di tutto il gruppo attraverso il rispecchiamento, l’immaginazione, il gioco. La performance ha facilitato un’interazione circolare e ritmica da parte di tutti i soggetti della comunità temporanea, permettendo una comunicazione-relazione-percezione profonda ma protetta, così da evitare inibizioni. Inoltre, questa prima pausa ha salutato ed interagito con il fiume: attraverso un “coro-rituale”, a turno, abbiamo immaginato, descritto e donato il nostro amuleto all’Arno.


MOMENTO STORICO-CRITICO
Costruire il fiume. Riflessione su rive e infrastrutture
La seconda pausa, sopra la Pescaia di Santa Rosa, è stata pensata come momento di riflessione individuale e collettiva sulla rilevanza delle osservazioni fatte durante il percorso, in particolare nel passaggio dalla periferia al centro storico. La Pescaia di Santa Rosa, un sito menzionato in documenti storici sin dal Medioevo, è stata continuamente ristrutturata in relazione sia alle esigenze dei fiorentini che alle trasformazioni del corso d’acqua, pur conservando lo stesso nome. In continuo cambiamento per secoli, il sito è infatti un significativo esempio del modo in cui la nomenclatura contribuisca a fissare l’immaginario urbano, inclusi i fiumi, in quadri statici, ignorandone il continuo processo di cambiamento. In questo spazio, i partecipanti hanno segnato i materiali distribuiti (Pianta della Catena, Pianta del Buonsignori) con scritte, disegni, annotazioni, creando le proprie mappe psicogeografiche dei luoghi sperimentati durante il percorso.


MOMENTO STORICO-CRITICO
Ripensare il fiume: dati, immaginazioni, futuribilità
In corrispondenza di quello che per secoli ha costituito l’unico guado dell’Arno (ai tempi in cui il fiume aveva tre rami ed un’estensione notevolmente superiore a quella odierna), l’angolo tra via dei Bardi e piazza di Santa Maria Soprarno, di fronte alla sponda della Società Canottieri di Firenze, rappresenta uno spazio cruciale per re-immaginare il groviglio fiume-uomo-città. Durante questa terza sosta sono stati evocati aspetti geologici, idrologici, biologici e socio-politici che concorrono a costruire una insolita narrazione delle relazioni tra il corso d’acqua e la città di Firenze.


LETTURA COLLETTIVA
Omaggio a Leonardo da Vinci
L’ultima tappa, presso il Terzo Giardino (accesso da Lungarno Serristori 19), è stata una lettura collettiva da Il Diluvio, uno scritto di Leonardo da Vinci. Il testo, vicino ai temi della camminata, è stato prima letto individualmente per poi essere recitato da tutto il gruppo, insieme, a voce alta, in modo discontinuo e asimmetrico. Una lettura polifonica improvvisata, in cerchio, con lo sguardo rivolto al paesaggio, dove hanno risuonato le parole di Leonardo. L’azione, a chiusura del percorso, ha inoltre celebrato il genio fiorentino, a 500 anni da una morte che mai avvenne.

MATERIALI SCARICABILI

Testi di Arianna Desideri, Jacopo Natoli, Luna Sarti
Fotografie di Martino Margheri

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